Così viene ricordato, dai concittadini romagnoli, colui che scrisse uno dei ricettari di maggior successo capolavoro e manifesto della cucina italiana.
Dai tempi dell’Artusi più di un secolo è passato ma il piacere della tavola, dello stare insieme, del buon cibo non ci abbandona.
Noi italiani abbiamo fatto di questo un’arte che il mondo ci invidia.

Mangiare si deve, ma noi siamo fortunati e possiamo farlo in un luogo che esalta la necessità di nutrirsi con il piacere della tavola intesa come lo stare insieme, la condivisione di esperienze, la passione per il mare.
Fortunati dicevo, perché abbiamo a disposizione un gazebo/ristorante che ben pochi circoli o locali blasonati possono vantare. Una terrazza sul pelo dell’acqua alla quale le nostre barche fanno da cornice e la brezza estiva dona refrigerio. Ancora più fortunati a poter fare colazione sulla terrazza/bar più bella di Ravenna baciata dal sole del mattino reso dolce dall’ombra delle vele.
Le tribolazioni degli ultimi tempi ci hanno fatto perdere di vista la “grande bellezza” di cui disponiamo. Si dice che l’erba del vicino sia sempre più verde ma la nostra ha davvero un bel colore.

Anche la grande bellezza ha bisogno di nutrimento per andare avanti, il nutrimento siamo noi con il nostro spirito, la nostra lealtà e la passione che ci unisce sotto quelle tre lettere bianche sormontate da un gabbiano.
Dobbiamo essere critici, severi ma costruttivi e onesti per alimentare questa associazione che qualcuno lungimirante ci ha fatto trovare e noi per onestà dobbiamo far sopravvivere.

Tentacoli di polpo con tortino di patate, olive e crema di piselli

I piatti che vedete sono alcune delle proposte che vi verranno fatte dalla nuova gestione partita lo scorso sabato 17 Giugno 2023. Se sarà il meglio è presto per dirlo, vorrà dire che cercheremo altre soluzioni ma guai a rinunciare e disperdere quel patrimonio di associazionismo iniziato più di 40anni fa, il tempo passa e con lui passano le persone, con i loro errori le loro convinzioni e le loro paure.
Ciò che resta sono queste realtà fatte dello spirito di chi è passato e di chi ancora c’è.

Se il Circolo potesse parlare direbbe di averne viste delle belle ma l’unica cosa di cui avrebbe paura è l’abbandono.

Continuiamo a crederci con presenza e continuità e lui ci sarà grato.