Stachanov era un dilettante …

Cosa si può dire di un’avventura che non ha precedenti nei 39 anni di storia della regata “Sulla rotta dei Trabaccoli” ? Una regata prevede due elementi indispensabili perché possa disputarsi: Barca e vento. In questa abbiamo avuto solo un ingrediente, le barche, del vento si è avuta solo una debole promessa alla partenza a Pesaro, quando l’anemometro ha segnato 6 nodi.
Partenza e già si defilavano le barche, euforia generale, ma da lì a quaranta minuti già si vedevano scollamenti, sguardi incollati al genoa e alla randa che sbattevano prive di vento qualche debole refolo ha invitato alcune barche prendere un fuori-rotta verso Est che poi non ha pagato, verso Nord altrettanto, qualcuno ha mantenuto la rotta sull’imboccatura di Veruda muovendosi sì e no su un mare liscio come l’olio.
Chi come noi a distanza cercava di rendersi conto di cosa stesse succedendo in mare seguendo la dinamica della regata da VesselFinder vedeva che ora per ora le barche avanzavano di pochi secondi sulla scala della Latitudine.

                                               

Alle 20.30, dopo 4 ore e 30 dalla partenza e con una percorrenza di 17 miglia Irina conduceva la regata a una velocità 2.7 nodi seguito a 2.4 miglia da Stardust che marciava a 6.7 nodi… una bolla di vento per Irina ? Alle 23.30 stessa distanza fra le due barche ma entrambe a 4.7 nodi di velocità.
Alle 1.45 lo stesso distacco a parità di velocità con Stardust che propende per una rotta di qualche grado più a nord. Poi il buio.

Il mattino seguente alle 12.30 la notizia: tempo massimo per l’arrivo ore 12, unica barca a tagliare il traguardo alle ore 11.43 in tempo utile IRINA !!!

Che dire?

Da tempo immemorabile sentiamo dire lungo i pontili che le regate si vincono nelle bonacce, dove si dimostra l’abilità dei marinai, che vuol dire non muoversi dal posto assegnato per non variare l’assetto più favorevole alla barca, essere pronti a modificare l’assetto vele a seconda delle più piccole entrate di quelle bave di vento che moltiplicate per enne volte fanno la differenza… ma quando questa agonia dura 19 ore e 43 minuti … chapeau… gran carattere, costanza, irriducibilità, passione ecc. ecc. ma su quei soli 17 minuti che hanno significato il trionfo oltre la salvezza, se a 8 miglia dall’arrivo vedendo leggerissime increspature a dritta si fosse poggiato di 4-5 gradi si sarebbero poi recuperati quei dannati 17 minuti ?
A posteriori si può dire sia stata una serie di giuste intuizioni, a Trieste si sarebbe detto che è stato anche grazie a uno sguardo benevolo di San Culazio .

Vorremmo proporre un premio speciale agli Stachanovisti della vela.

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